L’email bombing è un’attività molto diffusa tra chi cerca un lavoro. Può capitare, però, che prima di passare per il colloquio de visu, il selezionatore protenda per un colloquio telefonico. E’ un momento topico, nel quale si stabilisce un primo contatto con l’azienda della quale si vuole fare parte. Un primo contatto reale, che esula dalle dinamiche, prettamente asettiche, della comunicazione via posta elettronica. E’ anche un momento di stress, quindi è bene fornire qualche consiglio in merito. Ecco come affrontare un colloquio telefonico (e le reali motivazioni dei selezionatori).
Perché ai selezionatori piace il colloquio telefonico di lavoro
Perché un selezionatore dovrebbe far precedere il colloquio classico da un contatto via telefono? D’altronde, chiamare se non costa esattamente fatica, certo prende un po’ di tempo, quindi dovrebbe risultare una scelta scomoda per il selezionatore. I motivi per cui il selezionatore effettua la chiamata sono essenzialmente tre.
E’ più sicuro. Strano ma vero: quando un selezionatore risponde via mail a una candidatura non può sapere se il candidato risponderà a sua volta. Il motivo può risiedere nel contenuto della mail, che può presentae qualche deterrente (es. informazioni sul salario al di sotto delle aspettative). Risiede, molto più spesso, in un semplice fatto: l’email va nella cartella indesiderata oppure passa inosservata. Succede, quando un candidato manda decine di candidature al giorno. Ecco che il telefono appare come la soluzione per accertarsi che sì, l’aspirante lavoratore ha letto la mail di risposta.
E’ più indicativo. Le mail sono asettiche, quindi consentono di capire poco sul conto del candidato. E’ vero, gli occhi sono lo specchio dell’anima, ma anche la voce, nonché il modo di esprimersi, è fortemente indicativa della personalità del proprio interlocutore. Le chiamate telefoniche sono utili per conoscere meglio il candidato e acquisire informazioni su di lui a un livello che va oltre la mera comunicazione testuale.
E’ cortese. La chiamata telefonica fa sì che il primo contatto possa incanalarsi su un sentiero votato alla reciproca gentilezza, che è la basa migliore per una proficua – si spera – collaborazione. Le mail sono asettiche, i colloqui de visu rappresentano una sorta di roulette russa. I colloqui telefonici, invece, prevedono un certo grado di cortesia pur conservando le distanze.
Come affrontare una chiamata per colloquio di lavoro
Rimanere tranquilli. Soprattutto quando la chiamata è “a sorpresa”, è difficile rimanere sereni ed evitare, per esempio, che la propria voce tremi. E’ necessario però mantenere il sangue freddo e non pensare che da quella chiamata dipendano le speranze di essere assunti. Una voce tranquilla ma ferma fa sempre un effetto positivo.
Essere diretti. Il selezionatore procede con il colloquio telefonico perché vuole conosce il candidato, vuole farsi un’idea prima di convocarlo per il colloquio de visu. E’ bene quindi non fare gli evasivi ma rispondere a tutte le domande. Mentire o “girare attorno” provoca l’effetto opposto.
Essere cortesi. La gentilezza prima di tutto, questo vale per tutte le situazioni, soprattutto quando si parla con uno sconosciuto. E se questo sconosciuto ha il potere di darvi il lavoro, ancora meglio.
Non essere passivi. Questo è un aspetto importante. In linea di massima, tutti i selezionatori sono alla ricerca di persone proattive, dotate di iniziativa. E’ bene quindi porre domande con garbo, magari vertenti le mansioni, il lavoro in aziende. E’ bene anche arricchirle di pareri personali che però riguardino il proprio apporto alla causa aziendale (senza risultare presuntuosi).