L’ambiente di lavoro, soprattutto per chi è stato assunto da poco, può fare paura. Sono tante le ansie che prendono il lavoratore. Su tutte: quella di non piacere, di risultare antipatici ai colleghi di lavoro e ai superiori. E’ una questione importante. In primis, perché se non si è capaci di farsi apprezzare, vi è il rischio di instaurare pessimi rapporti con i colleghi di lavoro e i superiori. Secondariamente perché “piacere” è un fattore fondamentale per ottenere di più. Non è un parere personale, ma la conclusione a cui è giunta una ricerca dell’Università di Massachussets.
La buona notizia è che simpatici non si nasce, almeno al lavoro, ma lo si può diventare. E’ sufficiente seguire alcuni consigli.
Rapporti con i colleghi: come migliorarli piacendo a tutti
Sorridere, almeno all’inizio. Può sembrare un consiglio inutile, o inefficace, e invece è proprio così: sorridere aiuta a farsi apprezzare, soprattutto nell’ambito della famigerata “prima impressione”. A dirlo Alexander Todorov, un docente di psicologia dell’Università di Princeton. Il motivo? La gente che sorride viene percepita come affidabile, cordiale e socievole. Secondo un altro psicologo, Jack Schafer, poi, sorridere comunica anche un messaggio importante: l’innocenza. Chi sorride viene percepito come “non minaccioso”. Che è una delle tante chiave per farsi accettare in un nuovo ambiente, compreso quello di lavoro. Il consiglio, quindi, è almeno per i primi giorni sforzarsi di essere – o sembrare – allegri.
Evitare i conflitti nell’ambiente di lavoro
Mediare. Questo è un consiglio valido per i momenti successivi, ossia quando, inevitabilmente, emergono i dissidi. Il consiglio è quello di dimostrarsi assertivi, diplomatici, di non scadere nel “no secco”. Il consiglio secondo Suzane de Janasz, docente di Management alla Seattle Univerity, è quello di ascoltare anche le opinioni che non piacciono, di argomentare le proprie e cercare a ogni costo un punto di vista comune. La necessità di mediare, però, confligge con un’altra necessità, ossia quella di dimostrarsi coerenti, che è un valore sempre apprezzato e rassicurante dal punto di vista sociale. Occorre quindi trovare la quadra, un giusto equilibrio. Fare lo “yes man”, quindi, non paga.
Raccontare qualcosa di sé…. Poco alla volta. Questo è interessante. Certamente, parlare della propria vita private o rivelare particolari di sé aiuta a stabilire un rapporto empatico, aiuta a entrare in confidenza con l’altro. Tuttavia Jack Schafer (ancora lui) consiglia di farlo…. A pezzetti. Perché paga di più questa strategia a lungo termine? Semplice, consente di ammantarsi di un certo alone di mistero. E’ in questo modo si acquisisce fascino. Pensate a un romanzo: è più interessante una storia che si sviluppa in maniera lenta, magari con colpi di scena, o una storia in cui tutto è già noto fin dall’inizio? Inoltre, scadere troppo sul personale può suscitare imbarazzo e risultare inopportuno. Ovviamente, è necessario regolarsi in base ai contesti. Alcuni ambienti di lavoro sono più informali e aperti di altri, su questo non c’è dubbio. Occorre, quindi, rispettare questo consiglio ma, allo stesso tempo, utilizzare il buon senso. Come in tutte gli ambiti della vita, del resto.