Il colloquio individuale è un evento che genera spesso stress in chi lo sostiene. Stress giustificato, va detto. In gioco c’è la possibilità di essere assunti, di entrare nel mondo del lavoro. Va considerato anche la modalità one-to-one, che può favorire la comparsa di soggezione nel candidato (che è minore in caso di colloquio su Skype). Nondimeno, è presente la paura di fare cattiva figura. Il rischio, inutile dirlo, c’è. Anche perché ai selezionatori non vanno giù alcuni comportamenti, o per meglio dire alcune dichiarazioni, le quali – guarda caso – vengono pronunciate spesso in fase di colloquio. Per il candidato, quindi, è essenziale conoscere le frasi da non dire, e cercare di evitarle a tutti i costi. Ecco quali sono.
Dimostrarsi disperato al colloquio di lavoro
La frase, in questo caso, è grosso modo questa: “Non si preoccupi, sono disposto a fare di tutto“. Il candidato la pronuncia nella speranza di dimostrarsi disponibile. Ebbene, si tratta della classica frase a doppio taglio, anzi un vero e proprio boomerang. L’unico risultato è convincere il selezionatore di due cose.
La prima, che chi la pronuncia è disperato, il ché non è in sé una qualcosa di cui vergognarsi (è difficile oggigiorno trovare lavoro), ma è indice di scarso interesse. Le aziende preferiscono essere scelte, piuttosto che essere pescate dal mucchio. La seconda, che il candidato, anche nel caso in cui il candidato intendesse dire quello che a detto, sta prendendo il giro il selezionatore. Sta promettendo i classici “mari e monti”, pur sapendo che non manterrà la promessa.
Un’altra frase da non dire al colloquio individuale è in verità una risposta. Nello specifico, la risposta alla domanda: “Hai qualcosa da chiedere?” Tale domanda viene posta in genere alla fine, ed è un must di tutti i colloqui. Se il candidato risponde, magari in maniera sincera, “no”, la frittata è fatta.
Il selezionatore, infatti, si convincerà che chi sta di fronte a lui manca di interesse per l’azienda o addirittura di motivazione. Di contro, il selezionatore si aspetta che il candidato ponga domande sull’organizzazione, sulle persone, sui clienti, sulle mansioni (se questi argomenti non sono stati affrontati in precedenza).
Fare la figura del presuntuoso al colloquio
Un’altra dichiarazione da non fare è la seguente: “Lavoro troppo“. La domanda sui difetti arriva inesorabile, e la tentazione di rispondere in questo modo è tanta, causata dalla volontà di dimostrarsi proattivi e utili all’azienda. Peccato che il risultato sia completamente diverso da quanto auspicato. Il candidato che dichiara di lavorare troppo, e di considerarlo addirittura da un difetto, non solo fa la figura del ruffiano, ma anche quella del presuntuoso. Si presuppone che, soprattutto se alla prime armi, il candidato una volta assunto adotti un approccio umile, dedito ad apprendere, se necessario, la cultura del lavoro.
Queste le frasi da non dire, o almeno quelle che più frequentemente vengono pronunciate al colloquio individuale. Frasi spontanee, mosse dalla voglia – legittima – di apparire meglio di quel che si è. Il consiglio è, in questo caso come nella vita in generale, di essere onesti e mettere al bando l’ipocrisia.