Data analyst: cosa fa e quanto guadagna

Data Analyst

Negli Stati Uniti il data analyst è una figura molto diffusa e rispettata. In Italia un po’ meno, per quanto aziende ed enti pubblici stiano maturando una certa consapevolezza su questa professione. Nello specifico, stanno comprendo il valore aggiunto che queste professionalità possono apportare. I data analyst sono una risorsa strategica per tutte quelle realtà che, per un motivo o per un altro, basano il proprio business sulle informazioni e, appunto, sui dati.

Il data analyst, in estrema sintesi, raccoglie i dati e li trasforma in informazioni che possono essere utilizzate dal management. Se possibile, individua i trend che si attiveranno in futuro medianti complesse tecniche statistiche. I più romantici affermano che il compito del data analyst è estrapolare valore dai dati.

L’importanza di questa professioni, oggi molto più di ieri, è data due fenomeni. Primo, l’utilizzo sempre più intensivo di dispositivi tecnologici e digitali crea una enorme mole di dati, che da scarto o effetto collaterale possono trasformarsi in risorsa solo mediante l’applicazione di competenze specifiche. Secondo, il mercato è sempre più competitivo e spesso la partita si gioca sul grado di conoscenza che un attore economico possiede circa il suo pubblico. Chi conosce meglio il proprio target, ed è quindi maggiormente capace di rispondere alle sue esigenze, vince.

Come si diventa analista

Attualmente, i data analyst lavorano in molti settori. Dal momento che svolgono una funzione che bene o male necessaria in qualsiasi ambito professionale, hanno a disposizione numerosi sbocchi. Recenti studi rilevano che il 26% degli analisti di dati lavora nell’IT; il 26% lavora per banche, istituti di credito o società di assicurazioni; il 20% nei servizi; il 14% nella Pubblica Amministrazione; il 6% nel counseling. Insomma, opportunità di lavoro ce ne sono e, soprattutto se la consapevolezza circa il ruolo ruolo aumenta, ce ne saranno sempre di più.

Diventare data analyst però non è affatto semplice. Non tanto perché il percorso il formativo presenta maggiori difficoltà rispetto ad altre professioni, quanto perché la professioni in Italia è poco codificata. Se è poco codificata la professione lo è anche il percorso formativo. La laurea in statistica, ad esempio, è consigliata ma non è affatto obbligatoria, non più di quanto non lo sia quella in ingegneria gestionale o in informatica (entrambe adatte allo scopo). L’importante, in questo contesto, non è tanto la teoria, quanto la pratica. Il consiglio è di iniziare con uno stage nell’area dell’analisi mentre ancora si frequenta l’università.

Quanto guadagna un data analyst senior

La professione del data analyst è importante, gratificante, nobile, impegnativa etc. ma… Il gioco vale la candela? Si guadagna a sufficienza? La risposta è sì. In Italia, un data analyst junior guadagna dai 25.000 ai 30.000 euro all’anno. Ciò significa che un giovane all’inizio della sua carriera può portare a casa anche 2.000 euro al mese. La situazione ovviamente migliora con il proseguo dell’attività lavorativa. I senior, infatti, guadagnano circa 50.000. Negli Stati Uniti va ancora meglio, dal momento che il reddito annuo si aggira sui 100.000 dollari (non è un caso che molti decidano di lavorare in America come data analyst)

Ad ogni modo, quello del data analyst è un mestiere ben pagato. D’altronde il valore aggiunto che apporta è veramente grande, è grazie a lui che un’azienda, un ente (o una qualsiasi altra realtà che offra un bene o un servizio) può aumentare la sua competitività.