La previdenza integrativa è una risorsa di inestimabile valore per chi teme di non riuscire a garantirsi una vecchiaia serena con la sola pensione dell’INPS. E’ una risorsa anche per chi non ha un reddito stabile o non ce l’ha affatto, e teme che, in futuro, l’assegno sociale non sia sufficiente a conferirgli un tenore di vita degno.
Il protagonista della previdenza integrativa è il fondo pensione (clicca qui per una panoramica). Esiste il fondo pensione aperto e il fondo pensione chiuso. Le due tipologie hanno dei pro e dei contro che vanno analizzati dettagliatamente. Una forma non è necessariamente migliore di un’altra: dipende tutto dal proprio profilo, dalla professione che si svolge e dalla propensione al rischio.
Di seguito, una panoramica sul fondo pensione aperto e sul fondo pensione chiuso, e una piccola riflessione finale.
Fondi pensione chiusi
I fondi pensione chiusi sono chiamati anche “negoziali”. Il termine spiega, in parte, la maggiore differenza rispetto alla tipologia aperta: sono frutto di contrattazione collettiva, quindi di una trattativa tra le sigle sindacali, le associazioni di categoria e gli istituti bancari che materialmente emettono, organizzano e gestiscono i fondi.
Questa origine pone in essere particolari garanzie di sicurezza per i sottoscriventi. I fondi, infatti, sono standardizzati e ottimizzati per adeguarsi a un profilo di rischio basso. Da questo punto di vista, i fondi pensione chiusi assomigliano, proprio per la garanzie di sicurezza, ai prodotti INPS.
Esiste però l’altra faccia della medaglia, che si cela dietro il termine “chiuso”. Essendo standardizzati e frutto di una contrattazione collettiva, questa tipologia di fondi pensione si caratterizza per un difetto di flessibilità. In estrema sintesi, non è possibile abbassare o innalzare l’entità del versamento. Inoltre, non è possibile riscattare in alcun modo il capitale, divieto che può recare danni considerevoli al sottoscriventi che, in un preciso momento della sua vita, abbia bisogno di liquidità urgente. Anche da questo punto di vista, l’approccio è simile a quello adottato dall’INPS.
Fondi pensione aperti
Discorso totalmente diverso per i fondi pensione aperti. Questi, infatti, sono destinati ai professionisti non protetti o rappresentati necessariamente da un sindacato. Si rivolgono, pertanto, principalmente ai liberi professionisti.
I fondi pensione aperti, e questo è un pregio, si caratterizzano per una maggiore flessibilità: è possibile modificare, secondo le modalità e i tempi stabiliti nel contratto, la quota di versamento. Inoltre è possibile ritirare in tutto o in parte il capitale versato
Di contro, mancando un sostrato di standardizzazione forte, i fondi pensione aperti sono leggermente più rischiosi della controparte chiusa.
Il miglior tipo di fondo pensione
E’ evidente che non esiste un tipo di fondo pensione migliore di un altro. Dipende dalle proprie esigenze. Se si è liberi professionisti e si ha una propensione al rischio non eccessivamente bassa, l’unica soluzione rimane il fondo pensione aperto.
Il consiglio, in presenza di condizioni opposte, è di rivolgersi ai fondi pensione chiusi, che tra le altre cose agiscono sotto l’egida dei sindacati e non impongono nessuno impegno dal punto di vista decisionale, per quanto manchino di flessibilità.