La PNL, nota anche con il termine per esteso, Programmazione Neuro Linguistica, è una disciplina che si pone come obiettivo primario l’espressione del potenziale comunicativo e come obiettivo secondario lo sviluppo di una capacità importante: spingere gli altri a un determinato comportamento. In breve, grazie alla PNL, si riuscirebbe a condizionare il prossimo agendo sulla comunicazione verbale e non verbale.
Se ciò è vero, allora non può sfuggire un utilizzo pratico: il superamento del colloquio di lavoro. D’altronde, il candidato punta a convincere il selezionatore ad assumerlo, quindi vorrebbe condizionarlo in maniera positiva.
Facile a dirsi, molto più difficile a farsi. Prima di discutere su come la PNL possa aiutare a superare un colloquio di lavoro, è bene fare una precisazione. La PNL non offre un metodo universale per spingere gli altri a tirare acqua al nostro mulino. Certo, fornisce indicazioni di carattere generale (e su queste faremo leva nei prossimi paragrafi), ma allo stesso tempo si basa su un concetto: le tipologie di interlocutore sono diverse, e dal momento che sono proprio loro a rappresentare l’oggetto di qualsiasi approccio alla PNL, occorre adattare la strategia all’interlocutore stesso. Esistono pochi trigger che funzionano in tutti i contesti. Praticare la PNL vuol dire quindi adottare un approccio marcatamente flessibile.
C’è da dire, poi, che la PNL funziona veramente. D’altronde è impiegata da molti nelle attività di vendita, ossia in quelle situazioni caratterizzate dall’esigenza di convincere qualcuno a fare uno sforzo economico e non solo. E che cos’è un colloquio di lavoro se non un’occasione per vendere se stessi? Questa domanda puramente retorica qualifica la PNL come una risorsa per chi sta cercando lavoro.
Di seguito, una lista degli atteggiamenti da tenere e degli atteggiamenti da non tenere per superare un colloquio di lavoro secondo i principi generali della Programmazione Neuro Linguistica.
Le pratiche da evitare secondo la Programmazione Neuro Linguistica
Ecco cosa non fare.
Evitare il contatto visivo diretto. Questo atteggiamento suggerisce all’interlocutore senso di imbarazzo, preoccupazione, insicurezza, voglia di fuggire. Non proprio il massimo, per uno che sta cercando di conquistare il selezionatore. Se ci si dimostra insicuri, si lancia un messaggio nocivo, ossia il difetto – per giunta ingombrante – di qualità morali ritenute universalmente fondamentali.
Stringere e contrarre le labbra. Questo atteggiamento indica ansia o addirittura ostilità. Chi è ansioso viene percepito come “colpevole”. Gli ansiosi hanno qualcosa da nascondere. Per esempio, una insicurezza di fondo. Da evitare.
Tenere le spalle curve. Secondo il senso comune, chi tiene le spalle curve è triste, sfiduciato, sottomesso. Secondo la PNL, invece, le spalle curve indicano assenza di ricettività, scarsa volontà o capacità di stringere un rapporto personale.
Mantenere braccia incrociate. Semplicemente, indica chiusura.
Gli insegnamenti della PNL
Ne consegue che tra le cose da fare spiccano:
Guardare direttamente negli occhi. Ciò indica prontezza, disponibilità, attenzione. Lo sguardo però non deve essere fisso, in quanto creerebbe imbarazzo.
Sorridere. Indica apertura al dialogo, volontà di stabilire un contatto concreto con l’interlocutore.
Piegarsi in avanti. Questo invece indica interesse e sensibilità nei confronti dell’interlocutore.
Gesticolare. Ciò suggerisce partecipazione e trasporto. Occhio ai gesti però, non devono essere fatti a casaccio, ma studiati per mimare il concetto di inclusione e allo stesso tempo di apertura verso l’altro.