Lavorare all’estero è per alcuni un sogno, per altri una triste necessità. Emigrare, lasciare l’Italia per cercare fortuna in un proprio paese rappresenta un fenomeno sempre più diffuso. Il tema dei cervelli in fuga è, oggi, più vivo che mai. Per chi vuole ripartire da capo, il dubbio più importante riguarda la destinazione. Dove emigrare? A questa domanda ha risposto in un recente paper Giampiero Marinà, Country Manager di Uniplaces per l’Italia.
Lavoro all’estero
Secondo Marinò, durante la fase di scelta gli aspiranti lavoratori tendono a compiere il medesimo errore. Vengono infatti prese in considerazione mete conosciute, la solita Londra o l’iper-abusata Berlino, o gli Stati Uniti. Ci sono alcuni paesi, però, che vantano un tasso di disoccupazione molto basso, specie tra gli under 25, e che vengono snobbati. Il dirigente di Uniplaces ha proprio considerato questi paesi dalle tante opportunità e dalla scarsa popolarità.
Marinò cita in particolare tre paesi “insospettabili”: Malta, Repubblica Ceca, Olanda. Malta viene snobbata perché troppo piccola, e nell’immaginario collettivo a fare il successo di un paese è soprattutto la sua grandezza. La Repubblica Ceca non viene invece presa in considerazione perché appartenente all’ex blocco sovietico, quindi vittima di pregiudizi circa un fantomatico stato di povertà. Più popolare è invece l’Olanda, comunque piuttosto indietro nelle preferenze dei giovani rispetto ai più quotati Regno Unito e Germania.
Perché chi vuole lavorare all’estero dovrebbe prendere in considerazione Malta, Repubblica Ceca e Olanda? I dati parlano chiaro: i rispettivi tassi di disoccupazione giovanile sono tra i più bassi del mondo e si attestano intorno all’11%. Basti pensare che in Italia è intorno al 35-40%.
Da considerare anche il capitolo retribuzione. In Olanda lo stipendio minimo è di 1.500 euro, a Malta è di 720 euro, in Repubblica Ceca è di 330. Troppo basso? No, perché va rapportato al costo della vita. In Olanda è parti al 111% rispetto a quello italiano, a Malta è parti all’81%, in Repubblica Ceca è al 58%.
Lavoro all’estero ben retribuito? Danimarca sugli scudi
Altre due destinazioni piuttosto interessanti sono Austria e Danimarca. Anche in questi due paesi i livelli di disoccupazione giovanile sono estremamente bassi. Nello specifico, sono pari all’11,3% nel paese di lingua tedesca e del 10,2% in Danimarca.
Il paese scandinavo vanta inoltre i salari medi più alti d’Europa. Questo dato sicuramente è positivo, ma va preso con le pinze. Proprio come in Italia, non esistono soglie minime, quindi dipende tutto dal mestiere. La differenza tra un mestiere e l’altro può essere infatti molto alta. In genere, sono determinati dalle negoziazioni Stato-sindacati, quindi sono regolati dai contratti collettivi.
Singolare, poi, l’episodio accaduto in Danimarca qualche settimana fa, a fine febbraio, quando i giornali hanno riportato la “triste” vicenda d Peter Enevoldsen, imprenditore danese nel settore della meccanica che ha dovuto rinunciare a una commessa di mezzo milione di dollari perché… Non trovava lavoratori. Se in Italia i disoccupati abbondano, in Danimarca quasi non ce ne sono. Il tasso di disoccupazione generale è infatti del 4%, che è quasi il limite fisiologico. L’imprenditore si è trovato in difficoltà: per accettare la commessa doveva ampliare la sua azienda ma non c’è riuscito.