Lavorare in una casa editrice è il sogno di molti giovani. Questo nonostante le evidenze degli ultimi anni suggeriscano un declino del cartaceo a tutto vantaggio del digitale (che ha innescato una vera rivoluzione delle professioni). In realtà, questo declino è molto più lento e scontato di quanto si possa immaginare, sicché il libro “di carta” conserva un certo fascino in grado di compensare lo svantaggio dal punto di vista tecnologico. E poi non va trascurata la possibilità, da parte delle case editrice, di operare anche in digitale. Ad ogni modo, potrebbe essere utile, per chi sogna di lavorare in una casa editrice, offrire un panoramica delle professioni che possono essere esercitate in un simile contesto, nonché qualche consiglio di natura generale per farsi assumere.
Le professioni all’interno di una casa editrice
Prima di tutto, una precisazione. Di seguito tratteremo solo le professioni legate in modo specifico al contesto delle case editrici. E’ ovvio che altre professioni, oltre quelle che seguono, siano necessarie per il funzionamento di una casa editrice. Tuttavia, esse non sono degne di nota, in questa sede, in quanto tipiche di tutte le realtà aziendali. Non ci sarà nessun riferimento, quindi, a professioni quali il marketing specialist, l’impiegato amministrativo etc.
Ecco le quattro professioni chiave legate al mondo delle case editrici.
Editor. E’ probabilmente la figura più importante. E’ l’editor, infatti, a selezionare i testi degli autori, a limarli e a sistemarli per renderli, sempre nel pieno rispetto dell’integrità dell’opera altrui, appetibili al pubblico. Raramente interviene in maniera diretta, bensì indirizza il lavoro di revisione degli autori fornendo indicazioni e consigli. Ne consegue che un buon editor non deve avere solo competenze tecniche ma anche e soprattutto relazionali.
Traduttore. Questa è un’altra figura cardine, ma solo se la casa editrice si approvvigiona anche di autori stranieri. Il suo compito è abbastanza didascalico. Semplicemente, traduce i testi da una lingua all’altra. “Semplicemente” si fa per dire, dal momento che tradurre un manoscritto è molto difficile e richiede non solo la completa padronanza della lingua di partenza e della lingua di arrivo, ma anche delle relative culture.
Correttore di bozze. E’ una figura importante, al quale però si conferisce raramente il giusto merito. Il correttore di bozze è colui che sgobba sui manoscritti, allo scopo di correggerli dal punto di vista formale. E’ il cacciatore di refusi per eccellenza.
Grafico. Va bene, i libri non si giudicano dalla copertina ma è altrettanto vero che anche l’occhio vuole la sua parte. Per questo il grafico è una figura importante. Ovviamente, non ha voce in merito sul soggetto della copertina, bensì segue le direttiva del direttore marketing, quando presente, e dell’autore (se interpellato).
Come lavorare in una casa editrice: consigli generali
Ovviamene, non esiste un solo modo per lavorare in una casa editrice. Dipende dalla professione al quale si ambisce. E’ innegabile, però, che per almeno due professioni su quattro il canale privilegiato sia quello letterario. Insomma, chi vuole fare l’editor o il correttore di bozze, dovrebbe studiare lettere all’università.
Inutile aggiungere che per fare il traduttore è necessaria come minimo una laurea in lingue, o certificati che attestino le competenze linguistiche a un livello molto avanzato.