Sono pochi i ragazzi che, una volta terminata la scuola dell’obbligo, hanno chiaro in mente che lavoro fare. Forse, oggi l’incertezza domina più che in passato. Gli stimoli e le possibilità sono tante, quindi molti giovani si trovano disorientati di fronte a una scelta che, nonostante debba essere presa nello spazio di qualche mese, inciderà per tutta la vita. Scegliere bene, quindi, è fondamentale. Ecco qualche consiglio.
Che lavoro fare da grande: l’importanza di non scegliere da soli
Un tempo, diciamo qualche decennio fa, era più semplice. Spesso, a determinare la decisione era la tradizione familiare o il contesto. Non tutti potevano fare tutto, in primo luogo perché lo studio universitario era appannaggio di pochi, e quindi il bivio “lavoro o università” era più raro. Secondariamente, perché le informazioni, in totale assenza di internet, circolavano meno pervasivamente e gli stimoli erano minori.
Oggi, per un ragazzo di diciotto e di diciannove anni, decidere che lavoro fare è molto più difficile. La prima decisione da prendere è, appunto, continuare a studiare o iniziare a lavorare. Secondariamente, occorre sceglier nel primo caso direttamente la professione, e nel secondo caso il corso di studi, avendo sempre chiaro in mente l’attività futura.
Come dicevamo, le informazioni e di conseguenza gli stimoli a disposizione oggi sono tanti, troppi. Quindi, il primo consiglio è ascoltare gli altri. L’esperienza altrui è in grado di fungere da setaccio, di orientare, di dare forma e una interpretazione realistica alle informazioni. E’ bene, però, decidere sempre da soli.
Come capire che lavoro fare
Il secondo consiglio è di sfruttare in maniera attiva la disponibilità di informazioni. Questo vuol dire informarsi in prima persona e in maniera accurata sulle conseguenze di questo o quel percorso di vita. In realtà, questo consiglio riguarda soprattutto gli aspiranti universitari, dal momento che carpire le conseguenze di una esperienza universitaria è più difficile.
Il terzo consiglio è di trovare un equilibrio tra passione e realismo. Sia chiaro, è davvero difficile. Se nella scelta si preferisce la passione, il rischio è di studiare o fare qualcosa che piace, ma che offre poche o nulle possibilità dal punto di vista economico. Chi decide esclusivamente in base al senso di realismo rischia di condannarsi alla frustrazione, allo stress – perché si pratica una professione odiata – oppure non arrivarsi nemmeno, a trovare lavoro. Nella pratica, l’individuazione di un equilibrio coincide con un approccio particolare, ossia puntare a una professione redditizia e disponibile sul mercato, e che allo stesso tempo non dispiaccia.
Infine, un consiglio riservato agli aspiranti universitari. E’ necessario guardare in prospettiva. Se iniziate l’università tra qualche mese, completerete il percorso, se va bene, tra cinque o sei anni (se ci mettiamo anche uno stage extracurriculare). Peccato che in questo lasso di tempo potrebbero cambiare molte cose. Per assurdo, la professione per cui avete studiato potrebbe essere già scomparsa, o in via di estinzione. Per saperne di più, potete leggere questo articolo sulle professioni che rischiano di scomparire.
Quindi, prima di decidere il corso di laurea gettate un occhio ai recenti studi sulle professione, soprattutto quelli che offrono un outlook. Se potete, scegliete le professioni che tra qualche anno, pur essendo oggi di nicchia, saranno sulla cresta dell’onda.