Chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi? E’ una domanda che si pongono i giovani alla loro prima esperienza lavorativa o chi ha di recente cambiato tipologia di attività professionale (es. è passato da lavoro dipendente a lavoro autonomo). L’ordinamento italiano disciplina in maniera ferrea i casi in cui il contribuente può non compilare la dichiarazione dei redditi. Casi che, come vedremo, sono numerosi.
Per comodità, possiamo dividere i casi di esenzione in due categorie: quelli che derivano dal reddito, per la precisione dalla sua entità, e quelli derivanti dal tipo di attività professionale (o dal tipo di reddito percepito).
La questione del tipo di lavoro
Sono esonerati:
- Coloro che non svolgono alcuna attività professionale e non percepiscono alcun reddito e, contestualmente, non posseggono alcun immobile o, al massimo, l’abitazione principale.
- Chi lavora da dipendente o con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa e ha un solo datore di lavoro. In questo caso, il datore di lavoro funge come sostituto di imposta, il quale è obbligato – attraverso il CU – a dichiarare i redditi del dipendente e ha pagare le relative imposte.
- Chi lavora da dipendente o con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa e, avendo un solo datore di lavoro, possiede solo l’abitazione principale.
- Chi percepisce esclusivamente redditi esenti come la pensione di invalidità permanente, l’assegno di borsa di studio, la pensione di guerra etc.
- Chi percepisce redditi soggetti ad imposta sostitutiva come interessi sui titoli di Stato (sono esclusi i redditi degli immobili cui si applica a cedolare secca).
- Chi percepisce redditi da lavori socialmente utili.
- Chi possiede redditi soggetti a ritenuta alla fonte in qualità di imposta come gli interessi cui conti bancari, conti deposito, conti correnti.
La questione del reddito
In alcuni casi, è possibile non compilare la dichiarazione dei redditi, se il reddito stesso non raggiunge una certa soglia.
Sono pertanto esonerati:
- Chi, facendo la dichiarazione, si troverebbe a pagare imposte inferiori a 10,33 euro.
- Chi percepisce redditi da lavoro, sia dipendente o assimilato che autonomo, inferiori a 8.000 euro lordi.
- Chi percepisce una pensione non superiore a 7.750 euro.
- Chi percepisce una pensione non superiore a 8.000 euro, purché abbia già compiuto i 75 anni di età
- Chi gode di una pensione e possiede terreni o fabbricati laddove la pensione non supera i 7.750 euro e la rendita delle proprietà immobiliari non supera i 185,92 euro.
- Chi percepisce l’assegno periodico dal coniuge, purché tale reddito non superi 7.500 euro. Dal calcolo vanno esclusi gli assegni destinati al mantenimento dei figli.
- Chi percepisce redditi di altra tipologia, all’interno di rapporti non continuativi e che non si riferiscono a una durata precisa (quindi possono essere anche inferiori ai 365 giorni) purché tali redditi non superino i 4.500 euro. Uno dei tanti riferimenti è ai redditi derivanti dalle prestazioni occasionali. Sopra i 4.800 euro è obbligatorio procedere con la dichiarazione dei redditi e, per giunta, con l’apertura di un conto INPS.
- Chi percepisce compensi da attività sportive dilettantistiche, purché tali redditi non superino i 28.158,28 euro.
In tutti questi casi, non va tenuto conto delle rendite da abitazione principale (e relative pertinenze).