Quella del perito agrario può apparire come una professione vecchio stampo, legato a un mondo che poco o nulla ha a che vedere con le sfide della modernità. Ebbene, si tratta di un pregiudizio, di un mito da sfatare.
Il perito agrario, infatti, è una figura essenziale in una prospettiva di modernizzazione del settore agricolo, dal cui aggiornamento dipendono le sorti della presenza nei mercati internazionali delle aziende agricole nostrane.
Non stupisce, quindi, che ancora oggi molti giovani ambiscono a ricoprire questo ruolo. In questo articolo offriremo una panoramica della professione del perito agrario, descriveremo il percorso di formazione standard e forniremo qualche informazione sulla retribuzione.
Cosa fa il perito agrario
L’ambito di intervento del perito agrario è incredibilmente vasto. Ecco alcune delle sue attività più importanti.
- Progetta, dirige e supervisiona interventi per l’ottimizzazione della produzione agricola
- Gestisce e ottimizza la rotazione delle colture
- Dirige e monitora gli interventi di manutenzione di parchi e giardini pubblici
- Effettua interventi di natura catastale per aziende agricole di dimensioni medio-piccole
- Cura la divisione e le attività di misurazione dei fondi rustici
- Effettua un servizio di consulenza in merito alla gestione dei terreni (fiscalità, amministrazione, management)
- Redige, se abilitato, la certificazione energetica degli edifici
I periti agrari hanno a disposizione un numero incredibilmente alto di sbocchi lavorativi, sia se esercitano la professione in maniera libera, sia se la esercitano come lavoratori dipendenti al servizio di un’azienda.
In questo secondo caso, per esempio, possono lavorare nell’industria agroalimentare ma anche in altri settori, se le attività aziendali prevedono l’interazione con il mondo della produzione agricola.
In linea di massima, però, la maggior parte dei periti agrari riveste ruoli di una certa importanza, e a presidio di più punti della filiera contemporaneamente, per aziende agricole medie e piccole.
Lavoro da perito agrario: quanto si guadagna?
Non è facile riportare una cifra valida per tutti i casi, anche perché vi è una profonda cesura tra liberi professionisti e lavoratori dipendenti. In linea di massima, i primi guadagnano di più, ma è tutto molto variabile: dipende dalle mansioni, dal grado di esperienza, dalla rete di contatti.
Ad ogni modo, se non facciamo distinzione tra libero esercizio e lavoro dipendente, sono a disposizione alcuni numeri precisi. A fornirli è il dipartimento finanze del Ministero dell’Economia, che nel 2015 ha prodotto uno studio sui redditi dei professionisti. Ebbene, i periti agrari sono messi tutto sommato benino: per loro, un reddito medio annuo di 27.200 euro.
Ma… Come si diventa perito agrario?
Il titolo di studio richiesto, come tutti sanno, è il diploma di perito agrario. Ma non è l’unico: per esercitare la professione occorre aver conseguito l’abilitazione professionale e risultare iscritti all’Albo dei Periti Agrari.
L’abilitazione all’esercizio della professione si ottiene dopo aver frequentato tirocinio dalla durata di due anni presso un perito agrario o un esperto in scienze agrarie o forestali iscritti ai relativi albi professionali da almeno un quinquennio. In alternativa, è accettato anche l’esercizio per tre anni di una attività agricola subordinata, anche al di fuori di uno studio. Alla fine di questi percorsi, vi è sempre l’esame di Stato, propedeutico all’abilitazione.