Il sistema previdenziale, oggi, dà meno garanzie che in passato. Come minimo, dal punto di vista pecuniario. Il riferimento è al passaggio dal retributivo al contributivo. Non stupisce, quindi, che anche in Italia si stia diffondendo lo strumento del fondo pensione, che consente di integrare, in futuro, la pensione che verrà erogata dall’INPS.
Se la pensione “classica” non basta, ecco intervenire, quindi, il mercato privato, in grado di offrire opportunità se non migliori, sicuramente diverse da quelle offerte dal settore pubblico. In questo articolo, una panoramica sul fondo pensione e una rassegna dei migliori (relativa al 2016).
Come funziona la pensione integrativa
La previdenza integrativa o complementare ha storia recente, almeno in Italia. E’ stata infatti istituita solo nel 1993, e riformata successivamente nel 2005. Le differenze con la pensione tradizionale sono numerose. La caratteristica principale di ogni pensione complementare, però, consiste nel sistema di finanziamento a capitalizzazione.
Cosa vuol dire?
Il sistema pensionistico pubblico impone il versamento di contributi (eccetto alcuni casi, come le attività occasionali) ed eroga una pensione proporzionata alla quantità di contributi versati.
Nel sistema pensionistico complementare, invece, il cittadino versa una cifra mensile annuale in, appunto, un fondo pensione, il quale viene stipulato presso una banca, un istituto di credito o una compagnia assicurativa. Questi organismi, a seguito della stipula, aprono un conto individuale riservato a quel cittadino e solo a quel cittadino. Il denaro versato via via sul conto viene investito in attività finanziarie e genera un rendimento, il quale verrà poi restituito sotto forma di assegno pensionistico.
E’ evidente, quindi, che i nodi cruciali siano due: i rendimenti del fondo pensione e le garanzie di sicurezza. Se questi due nodi “reggono”, allora non c’è dubbio: la previdenza complementare è sempre un affare.
Le garanzie di sicurezza, pur essendo generalmente buone, dipendono dal tipo di fondo pensione (ce ne sono quattro tra negoziali, aperti, preesistenti etc.) e dalle attività finanziarie sviluppante dall’organismo erogante. In questo articolo non ci soffermeremo su questo aspetto, bensì sulla questione dei rendimenti.
Quali sono i fondi pensioni che rendono di più? Non è possibile dirlo, in verità. Quello che si può fare, però, è passare in rassegni quelli che nel 2016 hanno prodotto i risultati migliori.
Fondo pensione integrativa: qual è il migliore?
Partiamo con il presentare il massimo rendimento raggiunto nel 2016. Un rendimento ottimo, visto che si parla di una percentuale superiore al 6%. Un rendimento di tal fatta, se costante nel tempo, dovrebbe garantire una pensione di tutto rispetto.
Il primo posto, quindi, è appannaggio del fondo pensione di CooperLavoro, che nel 2016 ha offerto il 6,13%. Si tratta di un fondo dinamico, che quindi si caratterizza per un rischio medio-alto.
Se parliamo di fondi pensioni garantiti, che si distinguono per un livello di rischio quasi pari a zero, il primo posto è appannaggio di Mediafond, che ha garantito, nello stesso anno di riferimento, un ottimo 1,87%. A seguire Telemaco (1,22%) e Fondoposte (0,87%).
C’è anche una via di mezzo, ovviamente: il fondo pensione bilanciato (rischio medio o medio-basso). Ad averla fatta da padrone nel 2016 è, in questa categoria, Laborfond con il 4,08%.