Lo stage è spesso un passaggio fondamentale per inserirsi nel mondo del lavoro. Per alcuni, soprattutto per chi ha frequentato una università poco professionalizzante, è l’unico modo. Si sente spesso parlare di una distinzione, quella tra stage curriculare ed extracurriculare. Quali sono le differenze? Cosa cambia dal punto di vista lavorativo? Quali dei due è bene preferire? Premesso che a incidere non è tanto la tipologia quanto la qualità dello stage in sé, è bene conoscere le differenze.
Stage curriculare normativa insufficiente?
Nel 2012 il legislatore ha disciplinato l’istituto dello stage, ponendo in essere una distinzione tra tipologia curriculare e tipologia extracurriculare. In realtà, ha semplicemente ratificato e approfondito una distinzione già presente ufficiosamente nei contesti lavorativi e formativi.
In estrema sintesi, uno stage è curriculare quando viene svolto all’interno di un percorso formativo. Nello stage curriculare l’ente promotore è sempre l’istituto che eroga la formazione, che può essere la scuola, l’Università o il master. Nello stage extracurriculare, invece, l’ente promotore è il Centro per l’Impiego. Ne conseguono differenze anche a livello normativo. L’extracurriculare è soggetto alle normative regionali, che possono variare di Regione in Regione. Per esempio, è quest’ultima, in maniera del tutto autonoma, a stabilire il compenso minimo, che comunque non deve mai essere inferiore ai 300 euro.
Le differenze, ovviamente, non risiedono nella natura del soggetto promotore, è anche una questione economica. Come si evince dal paragrafo precedente, lo stage extracurriculare prevede un compenso minimo, certo variabile, ma obbligatorio. Lo stage curriculare invece non è soggetto a tale obbligo. In realtà, non c’è scritto da nessuna parte che il cosiddetto rimborso è facoltativo, semplicemente non è disciplinato. E’ proprio questo il problema degli stage curriculari: non sono adeguatamente disciplinati, la normativa è solo abbozzata.
Durata dello stage curriculare e aspetti formativi
Lo stage extracurriculare è quindi sempre preferibile? La risposta non è affatto scontata. Lo scopo dello stage, infatti, non è guadagnare – viste le cifre esigue dell’eventuale rimborso – bensì completare il proprio percorso formativo, entrare nel mondo del lavoro, imparare una professione etc.
Anzi, in alcuni casi lo stage curriculare è preferibile. Per esempio, se si sta frequentando l’università, lo stage consente di acquisire crediti che tornano sempre utili. Anche in questa fattispecie, però, dipende da istituto a istituto, da corso a corso. Alcuni piani di studi prevedono proprio lo stage, altri delle semplice attività formative (che possono coincidere anche con la semplice frequentazione di convegni e laboratori).
Nei casi in cui lo stage fosse curriculare, quindi entrasse a far parte del piano di studi, allora è bene ragionare sulla durata. La scelta in genere è tra i sei mesi e i tre mesi. Il consiglio è di preferire la seconda alternativa, non solo perché altrimenti si rischia di superare il limite dei crediti acquisibili, ma anche per non intralciare la carriera universitaria propriamente detta, quindi gli esami