Stipendio avvocato: quanto si guadagna in Italia

Quanto guadagna un avvocato

Quanto guadagna un avvocato in Italia? E’ la domanda che si pongono un po’ tutti coloro che si iscrivono ai corsi di laurea in giurisprudenza, che non sono certo pochi. E’ proprio la quantità di avvocati, in attività o potenziali, che incide sullo stipendio. E’ la legge della domanda e dell’offerta, che riguarda tutti gli aspetti della vita economica e quindi anche gli stipendi degli avvocati. Il rischio, niente affatto teorico, è che gli avvocati, soprattutto quelli di nuova generazione e con poca esperienza alle spalle, abbattano i loro onorari per attirare i clienti. Questo è un ragionamento valido, senza dubbio. Vediamo se è confortato dai dati reali.

Guadagno medio avvocato civilista e penalista

Il punto di riferimento è uno studio del quotidiano Italia Oggi, che ha certificato un singolare fenomeno. Nelle zone dove il numero degli avvocati è più alto, è alto anche il numero delle cause. In compenso, gli onorari sono nettamente più bassi. La domanda, quindi, è che valga la pena cercare di diventare avvocato in Italia, al giorno d’oggi. Per rispondere al quesito è necessario capire quanto realmente guadagni un avvocato. In tal senso, può essere utile la ricerca “Vita da Professionisti“, realizzata dall’Associazione Bruno Trentin con l’apporto della Consulta delle Professioni e della Filcams Cgil. La ricerca è stata ripresa da alcune importanti testate del settore, tra cui StudioCataldi.it.

In verità, l’indagine non riguarda solo gli avvocati, ma anche gli ingegneri, gli architetti e in generale tutti i  lavoratori a partita IVA. Secondo i ricercatori, evidentemente, tutte queste figure condividono un destino comune.

Un primo dato che salta all’occhio è il calo del numero di lavoratori autonomi attivi, oggi pari a 3 milioni e mezzo. Il loro contributo sulla formazione del PIL è scarso (appena il 18%).

Il dato più importante è, appunto, quello del reddito. Quando guadagna un avvocato, ma anche un ingegnere, un architetto etc.? Dallo studio emerge che il 47,5% dei professionisti guadagna meno di 15.000 euro all’anno e più del 60% non riesce ad arrivare alla fine del mese. Solo un quinto, o poco più, infine, guadagna più di 30.000 euro all’anno, che sembrano molti ma alla fine corrispondono a 2.500 euro al mese.

Una cattiva notizia riguarda la “quantità di lavoro”. La metà di coloro che guadagnano più della media, in realtà, raggiungono questo obiettivo perché banalmente lavorano di più, e per la precisione più di 40 ore alla settimana. Il benessere economico, quindi, è legato alle dinamiche di sfruttamento e auto-sfruttamento (quando l’over-working è volontario e non imposto da un datore di lavoro).

Guadagno avvocato, i risultati di un altra ricerca

L’ultimo rapporto di Cassa Forense può essere utile per focalizzare l’attenzione esclusivamente sugli avvocati. Ebbene, nel 2015, la media dei redditi degli avvocati under 45 non raggiungeva i 30.000, che è il 30% rispetto a quanto rilevato nel 2007. Circa il 27%, poi, ha un reddito inferiore a 10.600. C’è una minoranza, l’8.1%, che dichiara di non aver guadagnato nemmeno un euro.

I più poveri, manco a dirlo, sono gli under 30, che guadagnano meno di 10.000 euro. Dati, questi, che fanno riflettere, soprattutto se si pensa che le facoltà di giurisprudenza fanno ancora segnare un numero molto alto di iscritti.