La ritenuta d’acconto per prestazione occasionale è una modalità di pagamento che si sta diffondendo sempre di più. In passato applicata solo in casi particolari, è diventata un must per alcuni liberi professionisti o per i lavoratori che ancora devono iniziare, o hanno iniziato, una carriera lavorativa. E’, tra le altre cose, un simbolo dei nostri tempi, una espressione abbastanza limpida del mondo del lavoro di oggi: frammentato, fluido, non sempre ben retribuito. Di seguito, informazioni specifiche sulla ritenuta d’acconto per prestazione occasione, il suo funzionamento e i costi.
Prestazione occasionale: cos’è
Le “prestazione occasionale” rappresenta la soluzione più adatta per chi, da libero professionista, non possiede partita Iva e, con il suo lavoro, non supera annualmente una certa soglia di reddito. E’ adatto anche a coloro che praticano, magari a tempo perso, una seconda attività e vorrebbero essere pagati, senza per questo impegnarsi nell’apertura di una – pur sempre costosa – partita Iva.
Il modello è molto semplice e si trova facilmente su internet. E’ sufficiente inserire i dati del committente, del lavoratore, riferimenti precisi e puntuali al corrispettivo netto e a quello lordo. Eventualmente, ma solo in alcuni casi particolari, è necessario apporre la marca da bollo.
Il termine “occasionale”, sia chiaro, ha la sua ragion d’essere: la collaborazione non deve essere continuativa. Quindi non possono fare ricorso coloro che prestano servizio come se fossero dei dipendenti, in maniera più o meno stabile. La verità è proprio questa: la ritenuta d’acconto per prestazione occasionale non può in alcun modo sostituire le forme contrattuali del lavoro dipendente.
Ritenuta d’acconto calcolo
La ritenuta d’acconto per prestazione occasionale è una modalità molto pratica, ma ciò non vuol dire che sia anche economicamente conveniente. Certo, sempre meglio che aprire la partita Iva, ma le tasse da pagare sono abbastanza consistenti.
In estrema sintesi, il prelievo fiscale è del 20%. Non solo, se il lordo supera i 77 euro, allora è necessario applicare la marca da bollo da 2 euro.
Occhio, poi, alla soglia di reddito. La ritenuta d’acconto per prestazione occasionale può essere utilizzata solo da coloro che non superano i 5.000 euro di reddito all’anno. La cifra, per fortuna, è limitata solo ai redditi prodotti con questa formula e non, per esempio, mediante lavoro dipendente. Per questo motivo si tratta della modalità più adatta per chi, restio ad aprire una partita Iva, respinge giustamente l’idea del lavoro a nero.
La prestazione occasionale funziona a tutti gli effetti come una fattura. A emetterla è il collaboratore, che si occuperà in prima persona di saldarla. In realtà, visto che tale modalità è tipica dei giovani lavoratori, che si affacciano per le prime volte nel mondo del lavoro, il modello viene in realtà fornito dal committente. Il collaboratore non deve fare altro che compilare i suoi dati, firmare e consegnarla.
In conclusione, la ritenuta d’acconto per prestazione occasionale è una soluzione perfetta in alcuni casi, un modo per scongiurare il rischio evasione, senza per questo perdersi in lungaggini burocratiche o spendere molti soldi in tasse.