Linkedin è un strumento formidabile per fare rete e trovare lavoro (qui una guida). Certo, bisogna saperlo usare. La cura che si pone nella gestione del profilo, nonché la frequenza di aggiornamento, fanno la differenza. A incidere sul risultato finale, però, è anche un elemento che i più trascurano: il sommario Linkedin. Il sommario è quello spazio nel quale l’utente si descrivere in poche parole e che precede l’elenco, ovviamente più approfondito, delle esperienze professionali e di formazione.
Il sommario come biglietto da visita
Il sommario Linkedin, per quanto trascurato possa essere, rappresenta in realtà un biglietto da visita vero e proprio. E’ il primo elemento che un selezionatore legge, dunque è bene scriverlo nel migliore dei modi.
E’ bene scriverlo tenendo presente una cosa: il sommario Linkedin “deve piacere a tutti”, nel senso che deve adattarsi a più prospettive professionali. Il motivo di ciò risiede nel fatto che è… Pubblico. A differenza del CV, che è privato, e quindi può essere modificato ad ogni candidatura, il sommario è lì, leggibile da chiunque.
Un sommario che possa piacere a tutti deve essere necessariamente generico. Non solo, non può essere orientato “all’altro”, come appunto un CV o una lettera, non può rispondere in maniera aderente alle esigenze di uno specifico selezionatore. Bensì, deve – necessariamente – essere orientato “a sé”, ossia deve descrivere in maniera neutra e oggettiva la propria figura professionale e, perché no, la propria personalità. Non è per nulla facile scrivere un testo che abbia l’ambizione di piacere a tutti e che allo stesso tempo non è diretto a nessuno in particolare. E’ più facile se si seguono questi consigli.
Sommario professionale ed efficacie: tre consigli
Essere autentici. Non se ne scappa: il sommario Linkedin deve essere autentico, ossia deve parlare di sé e solo di sé. E’ altamente sconsigliato copincollare, o anche solo emulare in maniera troppo aderente, altri profili. In primo luogo, un sommario di tal fatta viene subito riconosciuto dai selezionatori per quello che è: una scopiazzatura. Secondariamente, si rinuncia a quel tocco di originalità che è l’arma in più per emergere tra la folla. Il consiglio, quindi, è di parlare di sé in maniera realistica ma originale. E’ sufficiente una frase a effetto (purché non si esageri) per uscire dall’alveo della banalità.
Essere esaustivi. La lunghezza è un male, quando si parla di sommario Linkedin. Per lunghezza, sia chiaro, non si intende solo una quantità eccessiva di parole, bensì l’inserimento di informazioni superflue, almeno in questo contesto. Un errore comune è pensare che il sommario sia un “curriculum” in pillole, quindi elencare le proprie esperienza lavorative. E’ sbagliato per almeno due motivi. In primo luogo, per questo tipo di informazioni c’è la sezione immediatamente successiva. Secondariamente, lo scopo del sommario è dare un’idea di se stessi come lavoratori e come persone.
Alternare riferimenti personali e riferimenti alla propria carriera. Il sommario è un’occasione per parlare di sé in quanto persone e in quanto professionisti. Ci devono essere elementi che richiamano al proprio carattere, se questi possono apportare un contributo alla causa dell’ipotetica azienda per la quale si lavora o si intende lavorare, e un riferimento alle proprie competenze. Meglio ancora se si portano (sempre in maniera molto esaustiva) esperienze di vita e professionali a testimonianza delle proprie qualità.