La tassazione TFR è un argomento scottante da sempre. Lo è diventato ancora di più nel 2015, quando il legislatore ha disposto la possibilità di trasferirne una parte in busta paga, in modo che essa potesse essere immediatamente spendibile. Ad ogni modo, la legislazione è complessa, anche dal punto di vista fiscale. Tra i fattori che vanno presi in considerazione vi sono le modalità di ricezione (che non si limitano a quelle stabilite nel 2015) e in alcuni casi anche il tipo di professione svolta. Ecco alcune info specifiche.
Come funziona il TFR
Il TFR, acronimo di Trattamento di Fine Rapporto, è quello che in gergo viene chiamata “liquidazione”, una somma più o meno alta che si riceve quando si va in pensione, e che è frutto da un lato di un accantonamento obbligatorio e costante (di natura statale e non privata), dall’altro di una rivalutazione anche per mezzo di interessi.
Il percorso tipico prevede, appunto, la liquidazione del TFR una volta concluso il rapporto lavorativo. I tempi e i modi dipendono dalla somma. Se questa è pari o inferiore a 50mila euro, il TFR viene liquidato in una sola rata. Se è superiore a 50mila ma inferiore a 100mila euro, le rate sono due. Se superiore a 100mila euro le rate sono tre.
Il tempo di erogazione è in genere di un anno, che decorre dalla data di conclusione del rapporto lavorativo.
La seconda modalità di ricezione è quella in busta paga, novità introdotta nel 2015. La terza invece consiste nella ricezione di una parte del TFR inferiore al 70% per spese speciali, come quelle sanitarie o per l’acquisto della prima casa.
Tassazione liquidazione
Per quanto riguarda la prima alternativa, ossia TFR alla fine del rapporto lavorativo, la liquidazione in sé viene tassata secondo l’aliquota media IRPEF, che segue degli scaglioni riferenti al reddito individuale. Le rendite, ossia la rivalutazione, che è dell’1,5% annuo, viene invece tassata all’11%.
Per quanto concerne l’anticipo del TFR in busta paga introdotto nel 2015, la tassazione TFR segue regole diverse. La tassazione è infatti ordinaria. In breve, la parte di liquidazione trasferite in busta paga viene tassata come se fosse un reddito come gli alti. L’aliquota, per esempio, è del 23% anche se si ha un reddito inferiore ai 15.000 euro annui.
Infine, per quanto riguarda l’anticipo del TFR per spese straordinarie, il regime è il medesimo della liquidazione seguente a conclusione del rapporto di lavoro. Le spese che fanno parte di questa categoria sono numerose, tra queste spicca l’acquisto della prima casa per sé e per i figli. Il requisito, per fruire questa possibilità, è che il dipendente abbia almeno otto anni di contribuzione alle spalle.
Va fatta una precisazione che riguarda alcune professioni, come quella della colf e del lavoratore domestico. Il problema nasce dal fatto che, tecnicamente, questi professionisti non hanno un datore di lavoro che funga da sostituto di imposta. Per tale motivi, ai fini del calcolo del TFR, colf, badanti e lavoratori domestici devono compilare il quadro M del Modello Unico, dedicato ai redditi soggiacenti a tassazione separata.