La psicologia affascina. Alcuni ne sono così affascinati da volerne fare una professione. Da qui il numero sempre maggiore di studenti che intendono iscriversi ai corsi di laurea in psicologia. Spesso, c’è un ostacolo da superare: il test di ingresso di psicologia. Ovviamente, questo ostacolo non c’è se la facoltà è a numero aperto. Per tutti gli altri, è necessario studiare prima ancora di…. Iniziare a studiare.
Tra le insidie maggiori di chi si prepara al test di ingresso in psicologia spicca l’eterogeneità delle prove. Esse cambiano, infatti, da ateneo ad ateneo, dal momento che non sono appannaggio del ministero (come invece accade per ingegneria). Ciò implica una certa difficoltà a trovare, specie in rete, simulazioni affidabili. E’ bene quindi affidarsi ai testi specialistici, i quali contengono un gran numero di simulazioni. Tra queste, ce ne sono sicuramente un paio che hanno molto in comune con i test dell’università che avete scelto.
In questo articolo parleremo del test di ingresso in psicologia, prendendo a riferimento le caratteristiche più ricorrenti, in modo da fare una panoramica generale ma comunque efficace.
In che cosa consistono i test di psicologia
Quali sono gli argomenti che ricorrono nei tesi di ingresso in psicologia? Come già accennato, ogni ateneo si comporta come meglio crede, ma alcune discipline non mancano mai (o quasi).
Cultura generale. In questa discipline sono comprese l’attualità, la storia, la filosofia, l’inglese. Per rispondere bene ai quesiti di cultura generale, duole dirlo, occorre aver frequentato con profitto la scuola superiore. Esistono però alcuni accorgimenti che vanno oltre il proprio percorso scolastico. Rimandiamo alla lettura di questo articolo, che parla proprio della cultura generale.
Logica. Qui non occorre studiare, almeno sulla carta. I quesiti sono simili a quelli che si possono trovare nelle riviste di enigmistica e nei test di personalità che si trovano in rete e che si fanno spesso per diletto. Certo, esercitarci serve sempre, come minimo per memorizzare alcuni pattern.
Matematica. La bestia nera di tutti gli aspiranti universitari. Cosa c’entra la matematica con la psicologia? Se si esclude la statistica necessaria all’elaborazione dei sondaggi, poco o nulla. Eppure si trovano quesiti che riguardano l’aritmetica, la geometria, le funzioni, l’algebra e, appunto, la statistica.
Scienze. Già questa disciplina sembra più attinente. E lo è, se si considera che a farla da padrone è biologia: chimica dei viventi, teoria cellulare, anatomia, genetica etc., non manca niente.
Test di ingresso in psicologia: i punteggi
Per quanto riguarda la struttura, anche in questo caso la variabilità è piuttosto alta. Buona parte degli atenei, però, tende a replicare il medesima schema. Questo include sia i classici quesiti a risposta multipla che prove coerenti, a primo acchito, più a un percorso umanistico: la comprensione di un testo. Nella fattispecie, però, si tratta di testo specialistico. La comprensione è importante perché i testi su cui si andrà a studiare spesso non sono scritti per essere fruiti dalla massa.
I punti, invece, vengono in genere distribuiti così.
Per la comprensione del testo e i quesiti di logica:
- 2 punti per ogni risposta esatta
- Penalità di 0,5 punti per ogni risposta sbagliata
- 0 punti per ogni quesito lasciato in bianco
Per tutti gli altri testi:
- 1 punto per ogni risposta esatta
- Penalità di 0,25 per ogni risposta sbagliata
- 0 punti per ogni quesito lasciato in bianco