L’europeismo non va molto di modo in questo periodo, è vero, ma ciò non toglie che siano molti i giovani che sognano di lavorare nell’Unione Europea. Trovare un impiego nell’EU, però, non è affatto semplice. In primo luogo perché sono necessarie competenze specifiche, che spesso non vengono adeguatamente sviluppate dalle università italiane. Secondariamente perché la concorrenza è spietata. D’altronde, a livello potenziale, ad ambire un impiego nell’EU possono essere i cittadini di tutti i paesi membri (e non solo). Ecco qualche consiglio, con un focus sul percorso formativo pre e post laurea, per trovare un impiego nell’EU.
Lavorare nell’Unione Europea: le professioni disponibili
Se si pensa all’Unione Europea, almeno da un punto di vista professionale, il pensiero va alla cosiddetta Euro Bubble, l’insieme dei palazzi delle istituzioni europee e il mondo che vi gira intorno. La macchina dell’UE, infatti, è molto grande e piuttosto complicata, frutto di un lavoro di compromesso che ha cercato, negli anni, di non lasciare per strada nessun paese membro e di diffondere il potere politico in maniera quanto più possibile equa.
Le professioni a disposizione di chi vuole lavorare per l’Unione Europea sono numerose, e riguardano i meccanismi amministratori e la rappresentanza politica. In questa sede, però, è utile fare distinzione tra i profili generalisti e i profili specialisti.
I profili generalisti fanno parte della categoria AST e sono riservati a chi non è ancora specializzati, e ha solo una laurea sulle spalle.
I profili specialistici, invece, fanno parte della categoria AD, e sono riservati ai candidati con esperienza e in grado di vantare, oltre a un percorso formativo completo e che è proseguito oltre la laurea, pubblicazioni e titoli vari in ambiti determinati e circoscritti.
La procedura per lavorare in Europa
Sia chiaro, per lavorare nell’Unione Europea è necessario conoscere almeno una lingua straniera, meglio se due. Le lingue più parlate nelle sede istituzionali sono l’inglese e il francese. Ovviamente esistono i traduttori, però in genere sono riservati alle personalità politiche, piuttosto che ai funzionari.
Quale laurea è meglio conseguire? Qui il discorso si complica, dipende infatti dalla professione che si intende svolgere. Se il proprio obiettivo è quello di inserirsi nei meccanismi amministrativi, e quindi non ricoprire mansioni di tipo politico, fosse anche nella diplomazia internazionale, può andare bene una laurea in economia e commercio. La laurea che apre più strade è quella in relazioni internazionali (scienze politiche, qundi).
Come si accede a livello professionale nell’Unione Europea? Le istituzioni hanno predeterminato un percorso abbastanza lineare, dedicati ai neolaureati e ai giovani professionisti. Tale percorso è gestito dall’EPSO, l’ufficio di selezione del personale europeo. L’EPSO organizza regolarmente vari concorsi, alcuni dei quali consentono di accedere a degli utilissimi tirocini formativi.
Se cercare un impiego nell’EU, e pensate di avere le competenze adatte, non vi rimane che accedere al sito EPSO e individuare le posizioni aperte. Per aderire e fare richiesta è necessario creare un account. Il sito è molto ben costruito, sono disponibili persino delle prove esemplificative per chi si prepara ai concorsi e consigli sui manuali da studiare.