Un metodo di studio efficace? Fingiti professore

Metodo di studio efficace

Lo studio è una parte fondamentale della vita degli individui, siano essi lavoratori o studenti. Chi deve chinare la testa sui libri, è perennemente alla ricerca di un metodo di studio efficace, o almeno più veloce di quello già adottato. La buona notizia è che alcune ricerche scientifiche hanno preso di petto la questione e hanno cercato una strada che possa valere per tutti. I risultati sono stati in alcuni casi buoni, in altri discordanti.

Come studiare velocemente? Stop alle mappe concettuali?

Prima di parlare del metodo di studio efficace emerso dalle ricerche, è necessario fare alcuni distinguo. In primo luogo, non è detto che studiare velocemente equivalga a studiare bene. Una cosa è la quantità di informazioni immagazzinate, un’altra cosa è il tempo di permanenza delle informazioni.

Non c’è dubbio, però, che molti studenti preferiscano studiare velocemente più che “bene”, in modo da superare gli esami con minore difficoltà. Il metodo di studio efficace che stiamo per raccontare consente di raggiungere entrambi obiettivi: velocità e durata.

Molti si aspettano qualche riferimento alle mappe concettuali. D’altronde, la vulgata suggerisce che gli schemi rappresentano una risorsa inestimabile per la comprensione di un testo e l’immagazzinamento delle informazioni. Ciò è senz’altro vero, i benefici ci sono. Peccato che dipendano dalla tipologia di contenuto (più adatto le materie discorsive) e dalle caratteristiche dello studente. Le mappe concettuali si addicono alle persone logiche, che mettono la creatività leggermente in secondo piano.

Dunque, è bene cercare un metodo di studio che in qualche modo vada oltre? Come quello che tratteremo nel prossimo paragrafo.

Metodi per studiare: trasformarsi in professore

Esatto, per studiare al meglio è necessario trasformarsi in professore. Si tratta di un metodo di studio efficace in quanto sfrutta una caratteristiche mentale, o per meglio dire cognitiva, condivida da tutti gli esseri umani: la forza della verbalizzazione.

Il pensiero si è sviluppato di pari passo con il linguaggio, quindi le capacità mentali dipendono dalle abilità verbali e viceversa. Se si verbalizza, insomma, si memorizzano le informazioni e, in aggiunta, si dà loro una immagine coerente, solida, una struttura quanto più possibile realistica.

Ora, qual è l’occasione in cui la verbalizzazione raggiunge la sua massima efficacia? Quando ripetiamo (come senz’altro è capitato a tutti) da soli davanti allo specchio? No, quando insegniamo qualcosa agli altri. In quel caso dobbiamo essere chiari, dobbiamo aver compreso il concetto. Il cervello, che spesso adatta le sue capacità agli obiettivi, si predisporrà nella maniera più funzionale a questo compito.

In concreto, sarebbe utile studiare ponendosi come obiettivo insegnare a qualcuno. Poi, alla fine del percorso, farlo veramente. Un parente, un amico, un collega? Va bene chiunque, purché sia sufficiente acculturato da comprendere un linguaggio complesso. Il rischio, altrimenti, è di semplificare nel tentativo di trasmettere i concetti. Anche perché il cervello, quando si deve spiegare qualcosa a qualcuno, codifica e organizza le informazioni in base al “terminale”, che è nella fattispecie l’interlocutore.

In definitiva, la verità è questa: per essere buoni studenti… E’ necessario diventare insegnanti.