I Millennials fanno fatica a trovare lavoro. La colpa è loro? Sembrerebbe di sì, a dare ascolto alla vulgata di cinquantenni e sessantenni, alimentata da dichiarazioni fuori luogo dei politici (bamboccioni e choosy si sprecano). Eppure la verità è un’altra: i ventenni e i trentenni sono vittima di un attacco a tenaglia. Da un lato, la globalizzazione che tende a precarizzare e atomizzare il lavoro. Dall’altro lato, una crisi i cui strascichi sono ben visibili nel tessuto produttivo nel paese.
Le certezze di un tempo – il posto fisso, la formazione universitaria è sufficiente – sono scomparse. Ciò non implica, però, che per i Millennials le speranze siano morte. E’ possibile rimboccarsi le maniche e approcciarsi alla ricerca del lavoro in maniera diversa. Ecco quattro consigli per farlo, e aumentare le proprie possibilità di trovare un impiego.
Generazione Y, quanta fatica
Accettare la gavetta. Rispetto a qualche decennio fa, il passaggio dallo studio al lavoro si è allungato. Una volta, appena usciti dall’università era possibile trovare un impiego coerente con quanto studiato, magari ben remunerato. Il ritmo con cui il mondo sta cambiando ha sparigliato le carte in tavola. Studiare non basa, per imparare un mestiere sono necessari anni, che sono certamente faticosi, spesso avari di soddisfazioni. Occorre quindi accettare la gavetta come dato dato di fatto, anche se questo significa stage o contratti molto precari e mal retribuiti.
Stesso discorso per i lavori non inclini alle proprie aspettative. Avere chiaro in mente cosa si vuol “fare da grandi” è un bene, ma è altrettanto necessario ricordare che, oggi, le strade per arrivare da un punto A a un punto B sono numerose e spesso imprevedibili.
Inventarsi il lavoro. Per alcuni è l’extrema ratio, per altri una risposa alle difficoltà del presente, per altri ancora una vocazione. La strada per il lavoro autonomo, per quanto tortuosa, è comunque una opzione. Il mercato spinge per un lavoro ancora più atomizzato, frammentato e agile? Richiede creatività, flessibilità e problem solving? Beh, non rimane che darglielo.
Millennial tra alta tecnologie e vecchi consigli
Usare meglio i social. I Millennial vengono chiamati anche “Net Generation”, in quanto sono i primi nativi digitali della storia. Ciò non implica, però, che sappiano usare le nuove tecnologie in modo funzionale alla ricerca del lavoro. Una cosa è frequentare i social per divertimento, un’altra cosa è frequentarli per trovare lavoro. Ecco, quindi, che la presenza online diventa fondamentale. Il consiglio è quello di curare i propri profili, renderli efficaci nella trasmissione di un messaggio. Quale? Sta all’aspirante lavoratore deciderlo. Si può puntare sull’efficienza, sulla puntualità, sulla flessibilità… Dipende alla posizione a cui si aspira.
Curare la candidatura. E’ un consiglio valido per tutte le stagioni, a prescindere dall’epoca o dall’età del candidato. Il riferimento è alla lettera di presentazione e al CV, che devono essere il più possibile personalizzati, sintetici e curati. Occhio agli errori di grammatica e alle informazioni inutili. Il consiglio è di non consegnare subito la candidatura ma aspettare qualche ora, se non addirittura un giorno. Revisionare a distanza di tempo aiuta a riconoscere più in fretta e meglio gli eventuali errori.