Tra le tipologie contrattuali più diffuse figura il part time misto. Di cosa si tratta? Che differenze ci sono con il part time classico? La questione non è molto complessa, ma vanno chiamate in cause altre due tipologie: l’orizzontale e il verticale.
Scopi, dinamiche e diritti del part time
E’ bene partire specificando quale sia la vera finalità del lavoro part time. Secondo il legislatore, la sua ragion d’essere risiede nel garantire una maggiore flessibilità all’impresa, all’azienda, all’ente che offre il lavoro. Allo stesso tempo, questa forma contrattuale ha lo scopo di soddisfare alcune particolari esigenze del lavoratore, che possono trovare legittimo sfogo solo attraverso una riduzione delle ore lavorate. Non stupisce, quindi, che il part time sia un obiettivo di categorie specifiche come studenti, giovani madri, persone che assistono congiunti malati o disabili.
Va inoltre specificato che la forma contrattuale in questione, sia essa part time misto piuttosto che orizzontale o verticale, garantisce il godimento di alcuni diritti.
Il lavoratore per esempio, deve avere la medesima retribuzione del lavoratore a tempo pieno, inteso come rapporto euro/ora. Deve inoltre avere il medesimo trattamento in termini di ferie, maternità, malattia, infortunio. Deve godere dell’indennità di maternità o malattia. Deve infine beneficiare dell’assegno per il nucleo familiare. Per quest’ultimo aspetto, vale il raggiungimento delle 24 ore settimanali (solo in questo caso l’assegno viene erogato in misura intera).
Anche il datore di lavoro ha i suoi diritti. Su tutti spicca la possibilità di richiedere il lavoro straordinario o supplementare. Tale diritto, che può sembrare contraddittorio, è in realtà coerente con il principio di fondo: l’equiparazione sotto tutti gli aspetti, eccetto la quantità di ore lavorate, tra il part time e il full time.
Part time orizzontale, verticale e misto
Chi voglia trovare un lavoro a tempo parziale, è bene che conosca le tre tipologie normate dal legislatore. La tipologia più diffusa, e più nota al senso comune, è quella orizzontale. Con questo termine si intende un rapporto di lavoro che prevede un taglio delle ore lavoratore giornaliere. Il lavoratore viene impiegato tutti i giorni, quindi dal lunedì al venerdì come un normale full time, ma lavora cinque ore anziché otto. Ovviamente le ore possono essere tre, quattro, sei etc.
Il part time verticale prevede un taglio diverso. Si parla sempre di una riduzione delle ore lavorate complessive, ma in questo caso a essere “sforbiciati” sono i giorni lavorativi. Il lavoratore viene impiegato per otto ore al giorno, ma non tutti i giorni. Può lavorare per esempio dal lunedì al mercoledì, le prime due settimane del mese etc.
Infine, il part time misto. A questo punto è facile capire di cosa si tratti. E’ una tipologia soggetta in contemporanea alle dinamiche dell’orizzontale o del verticale. Alla bisogna, il lavoratore e il datore di lavoro possono accordarsi per tagliare le ore giornaliere piuttosto che i giorni lavorativi. E’ una tipologia apprezzata in quanto flessibile, dal momento che riesce a esaudire le esigenze, in termini di fabbisogno di tempo, del dipendente, come anche quelle del datore di lavoro o dell’azienda.