Il termine Au Pair si traduce in italiano con “Alla Pari”. Un nome che dice poco sulle attività di chi sceglie di vivere questa interessante esperienza. Chi aderisce al progetto Au Pair vive in stretto contatto, ovviamente per un periodo limitato, con una delle famiglie che a loro volta aderiscono al progetto. E’ una opportunità notevole per viaggiare, scoprire contesti nuovi, imparare una lingua e, perché no, guadagnare. Queste opportunità incontrano esattamente le necessità di chi, oggi, si affaccia al mondo del lavoro. Esigenze che riguardano la padronanza dell’inglese o di un’altra lingua reputata importante per la professione a cui si ispira; la mancanza di esperienza; la scarsa rete di contatti e collegamenti da sfruttare per il proprio sviluppo professionale.
Au Pari il significato (vero) di un mestiere-esperienza
Come funziona il progetto Au Pair? Il progetto è frutto dell’incontro tra due esigenze. Da un lato, ci sono le esigenze della famiglia ospitante, che necessita di una babysitter o di una domestica che però lavori part time. Dall’altro lato, c’è, appunto, il ragazzo o la ragazza “alla pari”, che ha bisogno di vitto e alloggio per poter studiare o lavorare in un contesto che, evidentemente, non è il suo.
Nello specifico, la persona “Au Pair” svolge un’attività da domestica o, come più spesso accade, da baby sitter e, in cambio, ha un posto dove dormire, pranzo e cena garantiti, connessione internet e, cosa che non va dimenticata, la possibilità di imparare la lingua del posto.
Com’è organizzato il progetto Au Pair
Il progetto Au Pair è organizzato in modo piuttosto efficiente e segue delle regole ben precise. Il centro del sistema organizzativo è rappresentato dai siti di collocamento, a cui si iscrivono sia i giovani che le famiglie ospitanti. E’ lì che, per così dire, si incontrano domanda e offerta.
Una volta iscritti è necessario compilare in maniera molto dettagliata il profilo, inserendo informazioni a prima vista inutile ma che, nell’economia di una convivenza, possono davvero fare la differenza tra una esperienza indimenticabile e una esperienza da dimenticare: hobby, passioni, attività etc.
Una volta che il proprio profilo è pronto, si può procedere con la ricerca. Essa viene effettuata selezionando determinati criteri, in modo da trovare la famiglia o il giovane Au Pair che va al caso proprio. Dopodiché avvengono i primi contatti, in genere via Skype e, in caso di reciproca accettazione, si passa ai dettagli (periodo di convivenza, mansioni etc.).
Il progetto prevede alcuni limiti. In primo luogo, l’Au Pair deve avere una età compresa tra i 18 e i 30 anni. Secondariamente, il soggiorno deve durare almeno 3 mesi e non più di 24.
I vantaggi, per chi sceglie di diventare ragazzo Au Pair, sono numerosi. Si impara una lingua, si conoscono nuove persone, si conosce un paese nuovo e si guadagna denaro. Ovvio, il lavoro da babysitter o da domestica non è mica gratis. In genere, si guadagnano dalle 400 alle 700 euro. Possono sembrare pochi ma bisogna considerare che sia il vitto che l’alloggio sono pagati.
Insomma, il progetto Au Pair è l’ideale per chi vuole soggiornare in un paese straniero, magari per lavorare, e non ha nessun tipo di appoggio né la disponibilità economica per “mantenersi”, non nell’immediato almeno.