La condizione di studente lavoratore è sempre più diffusa. E’ in crescita, infatti, il numero di coloro che sono costretti a lavorare per mantenersi gli studi. I motivi? Riduzione delle risorse economiche delle famiglia di provenienza, scarsa disponibilità delle borse di studio. Se fino a una decina di anni fa il diritto allo studio, seppur con qualche differenza da regione a regione, poteva finanziare il percorso formativo di migliaia e migliaia di universitari, oggi si trova in grande difficoltà.
C’è però una buona notizia: lo studente lavoratore può richiedere e ottenere delle pesanti agevolazioni per ciò che concerne le tasse universitarie. Di seguito, qualche info esaustiva sull’entità di questi “sconti” e sui requisiti necessari.
Studente lavoratore e tasse universitarie: pagare meno si può
Nello specifico, il risparmio è di quasi un terzo. Lo studente lavoratore ha diritto a pagare una tassa di iscrizione ridotta, pari al 70% di quella normale. Lo stesso vale per i contributi universitari. In realtà, non è sufficiente “lavorare” per poter accedere all’iniziativa. E’ necessario, infatti, possedere i seguenti requisiti.
- Isee non superiore a 18.000 euro. Il limite è il medesimo delle borse di studio.
- Svolgimento di attività assimilabili a una delle seguenti tipologie: dipendente, assimilato per un periodo di sei mesi o superiori, autonomo con partita IVA con reddito netto annuo pari o superiore a 7.000 euro, prestatore occasione d’opera con reddito netto pari o superiore a 7.000 euro.
- Se l’agevolazione riguarda l’iscrizione al secondo anno, acquisizione del 20% dei crediti previsti per l’anno precedente.
Un’agevolazione ancora più pesante è destinata non a chi lavora, ma a chi si distingue per i meriti scolastici. Possono pagare la metà delle tasse universitarie e dei contributi coloro che, iscrivendosi al primo anno di triennale, hanno conseguito un voto di maturità di 100/100. Lo stesso vale per coloro che, iscrivendosi al primo anno di magistrale, hanno conseguito un voto di laurea pari a 110/110.
Studenti lavoratori: altre agevolazioni
Gli studenti lavoratori hanno diritto a tante altre agevolazioni, magari non riguardanti la questione delle tasse. Il riferimento è alle possibilità stabilite nei contratti collettivi, che impongono ai datori di lavoro la concessione di permessi specifici per frequentare i corsi e conseguire gli esami. Nello specifico, le ore di permesso sono 150 ogni 3 anni. Nelle ore di permesso è incluso il viaggio verso l’università.
Sono esclusi da questa agevolazione i lavoratori in prova nel settore del turismo, se l’azienda ha meno di 18 dipendenti, e nel settore edile, se l’azienda ha meno di 50 dipendenti.
Per poter godere dei premessi, lo studente lavoratore deve presentare alcuni documenti che attestino l’iscrizione all’università, l’obbligatorietà di frequenza dei corsi. Inoltre, è chiamato a presentare una documentazione che attesti la reale partecipazione alle attività di studio dell’ateneo.
Le agevolazioni, per inciso, vengono concesse anche a chi non è iscritto a un corso regolare e agli studenti degli atenei telematici. Questi particolari non contraddicono quanto scritto precedente poiché un individuo può essere iscritto all’università anche senza risultare iscritto a un corso. Il riferimento è, per esempio, a chi sostiene esami da esterno, magari per adeguarsi ai requisiti imposti dalla MAD (Messa a Disposizione), il programma di supplenze del MIUR.