Infortunarsi sul lavoro è un evento che può capitare, soprattutto se il mestiere che si pratica è rischioso. La normativa italiana prevede un iter preciso per chi ha subito un infortunio sul lavoro e intende chiedere un risarcimento o comunque fruire di alcuni “benefici”. Ecco info specifiche sull’iter per la richiesta e altri elementi utili in questa situazione.
Infortunio sul lavoro che fare?
La prima cosa da fare è informarsi, o almeno diventare consapevoli, di ciò che copre l’INAIL, ossia l’Istituto Nazionale contro per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Si tratta, in estrema sintesi, di una assicurazione obbligatoria per i lavoratori, pagata mediante la trattenuta sulla busta paga o per mezzo dei prelievi suoi voucher.
Lo scopo dell’INAIL è predisporre un risarcimento, a determinate condizioni, e garantire una indennità che sostituisca le retribuzione.
Specificato ciò, è necessario informarsi sulla procedura. Il primo passaggio è piuttosto banale: recarsi al pronto soccorso. Non si tratta solo, però, solo di salvaguardare la propria saluta. Al termine del soggiorno al pronto soccorso, il personale rilascia il certificato sanitario, che è un documento fondamentale per poter chiedere il risarcimento, nonché per stimarne l’identità. Il certificato va consegnato al datore di lavoro, il quale a sua volta lo consegna (in forma telematica) all’INAIL.
Il secondo passaggio consiste nella visita medica presso un ambulatorio INAIL. Questa va effettuata una volta scaduta la prima prognosi. Ad ogni modo, in questa sede i medici scelgono tra due alternative:
- L’estensione del periodo di malattia, nel caso in cui il lavoratore non sia in grado di tornare al lavoro
- La chiusura della pratica tramite redazione di un certificato che attesta la guarigione
Cosa succede se il lavoratore è un autonomo, ad esempio il libero professionista? E’ evidentemente che, in questo caso, non vi è alcun datore di lavoro che possa trasmettere all’INAIL il certificato del pronto soccorso. Deve quindi provvedere da sé.
Infortunio sul lavoro risarcimento e questioni economiche
Infortunio sul lavoro… Chi paga? Per i primi quattro giorno, il tutto è a carico del datore. La giornata in cui è avvenuto l’incidente è pagato al 100%, percentuale che dal secondo giorno scende al 60%.
Quando scatta il quinto giorno, entra in gioco l’INAIL. La retribuzione al 60% continua fino al 90esimo giorno, poi sale al 75% dal 91esimo in poi. Quest’ultimo regime dura fino alla completa guarigione del lavoratore.
C’è un ma. Dal quinto giorno in poi, in realtà al lavoratore spetta il 100%. La differenza, infatti, viene pagata dal datore di lavoro.
Questo per quanto riguarda la retribuzione. Il risarcimento, infatti, è tutta un’altra storia. Il risarcimento viene erogato sia nel caso in cui l’infortunio sia stata conseguenza di una violazione delle norme antinfortunistiche, sia nel caso in cui sia frutto di una fatalità.
Il primo caso è quello più interessante, in quanto il lavoratore ha la possibilità di fare causa (civile) al datore di lavoro per chiedere un risarcimento anche molto cospicuo, secondo le classiche “Tabelle di Milano”.
Nel secondo caso, il lavoratore non può fare causa a nessuno ma riceve comunque una somma dall’INAL in base ai punti di invalidità acquisiti, se questo sono tra 6 e 16. Se superiori, il lavoratore ha diritto a una rendita vitalizia.