“Ciao, sono veramente euforico”. Questa frase, apparentemente senza senso, suona familiare a molti. E’ l’incipit – molto fastidioso – di una celebre video che sponsorizza un prodotto per il trading online. Non è il biglietto da visita perfetto, e puzza di truffa lontano un miglio, eppure non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. L’esistenza di qualche mela marcia non toglie nulla a un dato di fatto: con il trading online è possibile guadagnare cifre ingenti. E’ solo tremendamente difficile. D’altronde, anche le pubblicità come queste, magari un pelino meno imbarazzanti, hanno alimentato i sogni di gloria di molta gente in difficoltà. Nello specifico, il sogno di svincolarsi dall’obbligo di lavorare. Sicché la domanda è legittima: il trading online può sostituire il lavoro? Si può vivere di solo trading?
Trading online: cos’è?
Il trading online non è differente – se escludiamo modalità nettamente sui generis come le opzioni binarie – dal commercio in senso letterale. L’investitore compra basso e vende alto, guadagna quindi sulla differenza, sul surplus, sulla “cresta” come dir si voglia. Solamente lo fa a un ritmo più veloce, muovendo ricchezze anche molto ingenti, con qualsiasi cosa – o asset.
Un trader commercia in azioni, obbligazioni, valute, materie prime e chi più ne ha più ne metta. Lo fa, nella stragrande maggioranza dei casi, “appoggiandosi” a dei broker, ossia a intermediari che curano il contatto tra utente e mercato, che materialmente eseguono ordini, e che offrono piattaforme dall’interfaccia perlomeno accessibile.
Il trading online funziona?
Una volta data una definizione esaustiva ma completa del trading online, si può disquisire della sua capacità di sostituire, in una prospettiva di miglioramento del tenore di vita, il lavoro propriamente detto. La risposta è no, per tutta una serie di motivi. Ciò non vuol dire che con il trading online non ci si possa arricchire, ma che semplicemente ha ben poco a che fare con il lavoro. Poi, a beneficio di chi è solito riporre eccessive speranze o entusiasmo, va tenuto a mente il seguente dato: solo il 15% dei trader conclude l’anno in positivo.
Il trading online potrebbe apparire un lavoro perché, in effetti, per cavarne il classico ragno dal buco, è necessario tanto impegno e un bagaglio di conoscenze notevoli. Così come il lavoratore ha studiato per imparare un mestiere, un trader di successo ha studiato per comprendere i movimenti di mercato e predirli, per utilizzare al meglio le piattaforme e così via. Così come il lavoratore si guadagna il pane con il sudore e la fatica, il trader deve analizzare i prezzi, confrontare storici, utilizzare indicatori e oscillatori (strumenti di analisi con velleità tecnico-statistico-scientifiche), redigere strategie.
I punti in comune, però, finiscono qui. Il trader, per esempio, non ha un orario lavorativo prefissato e nemmeno può deciderlo (come se fosse un libero professionista): dipende tutto da come il mercato si muove, dai tempi e i modi con cui emergono nuove opportunità nel mercato. Il trader non sa quanto guadagnerà, non può minimamente programmare le sue entrate, men che meno le sue perdite. E’ la più precaria delle attività, persino più precaria del più precario dei liberi professionisti.
Insomma, il trading online non è un’attività per coloro che sono cresciuti, o si trovano a loro agio, con la classica mentalità del lavoratore. Anche per questo motivo, piuttosto che per le mele marce, è un’attività veramente pericolosa.