Lo stage è diventato un punto di riferimento per chi vuole entrare nel mondo del lavoro. Non c’è da stupirsi: le università non preparano come dovrebbero, motivo per cui il contratto di stage è diventato una porta d’accesso utile a intraprendere una qualsiasi carriera lavorativa. Come funziona? Quali sono i diritti dei lavoratori? Quali le retribuzioni e i permessi? Sono queste le domande che i tirocinanti, o aspiranti tali, si pongono.
Contratto di stage retribuito? Ecco quanto
Premesso che il miglior stage è quello scelto bene, è bene fare luce sulla questione delle retribuzioni. La confusione nasce da una distinzione operata dal legislatore, ossia quella tra curriculari ed extracurriculari. I primi vengono attivati in concomitanza o a seguito di un percorso di studio, in genere universitario. Per tanto, vista la sua natura esclusivamente formativa, possono non essere retribuiti. Ciò non implica che sia sempre e solo gratis, ma solo che è la retribuzione è facoltativa.
Discorso radicalmente diverso per gli stage extracurriculari. In questo caso, una retribuzione benché minima, è obbligatoria. E’ meglio non aspettarsi grosse cifre. I regolamenti sono in mano alle Regioni, che decidono la soglia in maniera autonoma. Si parte da 300 euro, alcune Regioni però stabiliscono un minimo di 400 o 500. Poca cosa, e infatti ufficialmente si parla di rimborso, non di retribuzione. Bisogna ricordare, tuttavia, che lo stage rappresenta una fase provvisoria della carriera lavorativa, un trampolino di lancio le cui ragioni sono innanzitutto formative, piuttosto che economiche.
Quanto può durare il contratto di stage? Il legislatore, dopo un periodo di confusione e vuoti normativi, ha nel 2013 posto dei limiti. Lo scopo era arginare la fastidiosa tendenza dei datori di lavoro a prolungare gli stage, in modo da giustificare un compenso basso o usufruire di un regime fiscale più leggero. Ad ogni modo, un contratto di stage può durare sei mesi, se il suo obiettivo è formare; dodici mesi, se serve a reinserire il soggetto nel mondo del lavoro; ventiquattro mesi, se il lavoratore è svantaggiato o disabile.
Lo stage può essere rinnovato una sola volta, quindi è possibile farne due di seguito.
Recedere contratto di stage, chiedere permessi
I diritti dei lavoratori in stage non rappresentano il pregio di questa forma contrattuale. Lo stagista, infatti, non matura il diritto alle ferie, non ha permessi, non può versare contributi e non percepisce indennità. Tutto ciò va contrattato privatamente con il datore di lavoro, che può decidere di concedere o no giorni di assenza e altri benefici. Lo stagista è tuttavia coperto dagli infortuni sul lavoro.
Ricordiamo, infine, che lo stage prevede la stipula di una convenzione tra il soggetto promotore e soggetto ospitante. Il primo è rappresentato dalla scuola, dall’Università o dal centro per l’impiego. Il secondo è l’azienda, l’impresa o l’istituzione che “assume” (è proprio il caso di mettere le virgolette) il lavoratore.
Quest’ultimo deve essere assegnato a un tutor, che si occupa della sua formazione e che funge da riferimento. Nel contratto, tra le altre cose, va inserito il piano formativo, quindi una panoramica delle mansioni che lo stagista ricoprirà e delle competenze che andrà a sviluppare.