La laurea in scienze della comunicazione è continuamente bistrattata, come dimostrano gli epiteti, ormai diffusi, di “scienza della disoccupazione” e “scienza delle merendine”. In verità, gli sbocchi lavorativi non mancano, almeno sul piano teorico. I livelli di disoccupazione tra i laureati in comunicazione (alti ma non più alti rispetto ad altre aree) hanno origine, semmai, in una cultura nazionale che stenta a maturare.
Laurea scienze della comunicazione e sbocchi lavoratori
Va in primo luogo specificato che la laurea triennale, da sola, offre ben poche opportunità. I primi tre anni, infatti, si incentrano soprattutto sulla teoria, quindi le competenze professionali che vengono trasmesse sono insufficienti. E’ necessario, quindi, proseguire nel percorso di formazione. La scelta è triplice: da un lato la laurea specialistica, dall’altro un master. Meglio ancora, uno stage.
I mestieri della comunicazione sono tanti, per giunta in costante aumento con l’evolversi delle tecniche di comunicazione digitale. Da questo punto di vista, i laureati in comunicazione devono affrontare una difficoltà che non riguarda altri laureati o che non li riguarda con la medesima intensità: aggiornarsi in continuazione.
Detto questo, le opportunità sono tre.
Lavorare nel settore pubblico. In realtà, è un’opportunità abbastanza rara, visti i tagli alla spesa pubblica. Ad ogni modo, è possibile inserirsi in programmi a termine più o meno brevi, nel contesto di iniziative spesso locali e finalizzate allo sviluppo del territorio.
Lavorare in un’agenzia di comunicazione. E’ l’opportunità più facile da percorrere. Le agenzie di comunicazione offrono servizi di pubblicità, organizzazione di eventi, pubbliche relazioni etc. ad aziende, enti pubblici, società di vario genere. Le professionalità richieste sono numerose. Per citarne alcune: account, strategic planner, media planner, art director, copywriter.
Lavorare in azienda. Solo le multinazionali hanno dipartimenti di comunicazione autonomi, che fanno poco riferimento ad agenzie esterne. Nei restanti casi, l’opportunità di lavorare in azienda, per chi ha una laurea in scienze della comunicazione, è rappresentata dal reparto marketing, che è sempre interno all’azienda.
In questo caso, la laurea in scienze della comunicazione non basta assolutamente.
Marketing dopo scienze della comunicazione?
Il marketing è una disciplina che sta in mezzo tra comunicazione ed economia. Molto spesso, chi si laurea in scienze della comunicazione ha poche competenze in marketing. La materia viene infatti trattata sommariamente. Discorso diverso per i corsi di laurea “interfacoltà”, posti sotto l’egida – tra le altre – della facoltà di economia.
Il consiglio, per chi vuole fare marketing dopo aver studiato comunicazione, è affidarsi a un buon master. In Italia, c’è solo l’abbondanza della scelta, anche se si tende a privilegiare il master de Il Sole 24 Ore.
In ogni caso, si parte sempre dalla gavetta. Il marketing è una materia complessa, che si complica ancora di più quando si passa dalla teoria alla pratica. Lo stage, quindi, rappresenta un passaggio obbligato. Chi vuole fare carriera è chiamato a stringere i denti, almeno all’inizio, accettare retribuzioni minime, sotto il limite della sopravvivenza (la media è 500 euro), dare il meglio di sé per ottenere un contratto vero e proprio al termine del tirocinio.